Convivio sui maestri

Laboratorio con detenuti

Tu duca, tu segnore e tu maestro”. Gli appellativi della terzina non lasciano adito a dubbi: senza Virgilio, il viaggio salvifico di Dante non sarebbe mai iniziato. Nel momento di massima disperazione, appena prima di perdersi per sempre in mezzo alla selva, Dante viene redento dal suo “maestro”, ovvero dal suo mito personale, dal suo modello letterario. 

Non si distorce troppo il vero se si dice che la Commedia è soprattutto questo: un continuo confronto critico coi propri maestri interiori, il tentativo di imparare dal loro esempio senza mai cedere alla tentazione di emularli pedissequamente. La Commedia è pervasa dalla dialettica fra maestro e allievo, sempre intrecciata di rispetto, timore e affetto filiale.

Le nostre domande per questo progetto partono da qui. Cos’è oggi un modello? Quali e quante facce può avere? Chi sono i nostri maestri e cosa ci hanno insegnato? Nell’epoca dei self-made men e del narcisismo può essere utile tornare a riflettere su questi temi. Soprattutto in carcere. Si dice spesso che la prima causa delle scelte sbagliate di molti detenuti sia stata la mancanza di una guida, di educazione, di maestri nel senso più alto della parola. Si dice, sì, ma si dice da fuori; ne vogliamo parlare con loro, dentro, senza filtri. Capire chi sono stati i loro maestri, i loro miti, le loro guide, cosa rimane in loro di questi esempi e perché, se è successo, li hanno voluti dimenticare.

Questo progetto teatrale vuole rompere con la tradizione della messa in scena basata su drammaturgia “esterna”. Invece di adattare una cantica di Dante per un saggio teatrale, metteremo in scena le persone nella loro verità e costruiremo assieme a loro una storia, intrecciando le biografie dei detenuti alle letture dantesche.

La prima parte del progetto avverrà dentro al carcere, assieme ai detenuti, per una durata di circa due mesi e mezzo: in questa fase si parlerà assieme a loro, si discuterà e si dialogherà attorno al tema del maestro, leggendo stralci della Commedia e raccogliendo le loro storie personali. È previsto, in questo primo momento, un lavoro di raccolta e registrazione delle loro voci, attraverso interviste e racconti protetti dall’anonimato, che confluirà in un podcast preliminare pensato appositamente per questo progetto. 

La seconda parte, di circa un mese e mezzo, sarà finalizzata alla preparazione del Convivio finale: un momento di resa pubblica e di catarsi, nel quale tutte le biografie, trattate e aggiustate in una drammaturgia coerente, confluiranno in una forma-spettacolo aperta, nel quale i detenuti dialogheranno personalmente coi temi danteschi.

Foto di Giovanni Barbato