Lessico in forma di nido. Generazione (I)

Parole per un manifesto impossibile

E ancora le gemme si gonfieranno,
la vegetazione schizzerà talli,
ma, epoca mia, bellissima e grama,
è in pezzi la tua spina dorsale.

Osip Mandel’štam, 1922

Si parla qui di generazione non per fare autobiografismo, ma per capire un contesto.

Non esistono opere – o poetiche – “generazionali”. Ogni opera dovrebbe essere indifferente all’età; ogni opera dovrebbe essere inter-generazionale. Rivendicare un giovanilismo stilistico significa ghettizzarsi e dimidiare la propria voce. (E questa è in fondo la ragione dell’infantilismo strutturale di ogni manifesto poetico, che pretende di rompere con la Tradizione per arrogarsi il diritto al nuovo).
Non esistono meriti puramente anagrafici; ma ciò non significa che non possano esistere – e indubbiamente esistono – svantaggi puramente anagrafici: è il nostro caso. Ora l’obiettivo è resistere senza piagnistei. L’obiettivo è non macchiarsi con l’irresistibile inchiostro del vittimismo e mirarsi bene allo specchio. Ci siamo lamentati per quindici anni di questo paese: è il momento di riporre le speranze (ogni lamento è una speranza implicita) e raffreddarci nella riflessione.

(…) attraversare il deserto di ghiaccio dell’astrazione.

T. W. Adorno, 1966